Produciamo energia elettrica

L’impianto fotovoltaico è un impianto per la produzione di energia elettrica mediante conversione diretta della radiazione solare, tramite l’effetto fotovoltaico.

Un impianto fotovoltaico è principalmente composto da:

  • un insieme di pannelli fotovoltaici,
  • uno o più inverter, ossia gruppi di conversione della corrente continua prodotta dai moduli in corrente alternata,
  • un apposito contatore adibito alla misurazione dell’energia prodotta,
  • ed altri componenti elettrici minori per la protezione e l’isolamento dell’impianto.

Come funziona

fotovoltaico olbiaI pannelli fotovoltaici, costituiti dall’unione di più celle fotovoltaiche, convertono l’energia dei fotoni in elettricità. Il processo che crea questa “energia” viene chiamato effetto fotovoltaico, ovvero il meccanismo che, partendo dalla luce del sole, induce la “stimolazione” degli elettroni presenti nel silicio di cui è composta ogni cella solare.

Semplificando al massimo: quando un fotone colpisce la superficie della cella fotovoltaica, la sua energia viene trasferita agli elettroni presenti sulla cella in silicio.

Questi elettroni vengono “eccitati” e iniziano a fluire nel circuito producendo corrente elettrica. Un pannello solare produce energia in Corrente Continua, in inglese: DC (Direct Current).

Sarà poi compito dell’inverter convertirla in Corrente Alternata per trasportarla ed utilizzarla nelle nostre reti di distribuzione. Gli edifici domestici e industriali, infatti, sono predisposti per il trasporto e l’utilizzo di corrente alternata.

Requisiti tecnici e strutturali

Ai fini della prevenzione incendi gli impianti FV dovranno essere progettati, realizzati e manutenuti a regola d’arte.
Ove gli impianti siano eseguiti secondo i documenti tecnici emanati dal CEI (norme e guide) e/o dagli organismi di normazione intemazionale, essi si intendono realizzati  regola d’arte.

lnoltre tutti i componenti dovranno essere conformi alle disposizioni comunitarie o nazionali applicabili. ln particolare, il modulo fotovoltaico dovrà essere conforme alle Norme CEI EN 61730-1 e CEI EN 61730-2.

L’installazione dovrà essere eseguita in modo da evitare la propagazione di un incendio dal generatore fotovoltaico al fabbricato nel quale è incorporato.

Tale condizione si ritiene rispettata qualora l’impianto fotovoltaico, incorporato in un’opera di costruzione, venga installato su strutture ed elementi di copertura e/o di facciata incombustibili (Classe 0 secondo il DM 26/06/1984  oppure Classe A1 secondo il DM 10/03/2005).

Risulta, altresì, equivalente l’interposizione tra i moduli fotovoltaici e il piano di appoggio, di uno strato di materiale di resistenza al fuoco almeno El 30 ed incombustibile (Classe 0 secondo il DM 26/06/1984 oppure classe A1 secondo il DM 10/03/2005).

ln alternativa potrà essere effettuata una specifica valutazione del rischio di propagazione dell’incendio, tenendo conto della classe di resistenza agli incendi estemi dei tetti e delle coperture di tetti;

(secondo UNl EN 13501-5:2009 classificazione al fuoco dei prodotti e degli elementi da costruzione – parte 5: classificazione in base ai risultati delle prove di esposizione dei tetti a un fuoco esterno secondo UNI ENV 1187:2OO7) e della classe di reazione al fuoco del modulo fotovoltaico attestata secondo le procedure di cui all’2 del DM 10 marzo 2005 recante “Classi di reazione al fuoco per i prodotti da costruzione” da impiegarsi nelle opere per le quali è prescritto il requisito della sicurezza in caso d’incendio.

L’ubicazione dei moduli e delle condutture elettriche dovrà inoltre sempre consentire il corretto funzionamento e la manutenzione di eventuari evacuatori di fumo e di calore (EFC) presenti, nonché tener conto, in base all’analisi del rischio incendio, dell’esistenza di possibili vie di veicolazione di incendi (lucemari, camini, ecc.).

ln ogni caso i moduli, le condutture, gli inverter, i quadri ed altri eventuali apparati non dovranno essere installati nel raggio di 1 m dagli EFC.

lnoltre, in presenza di elementi verticali di compartimentazione antincendio, posti all’interno dell’attività sottostante al piano di appoggio dell’impianto fotovoltaico, lo stesso dovrà distare almeno 1 m dalla proiezione ditali elementi.

Risparmio

Col fotovoltaico risparmio la quota di energia autoconsumata e guadagno la quota di energia immessa in rete Enel.
Che vuol dire? Vuol dire che tutti i chilowattora che riesco a produrre ed autoconsumare sono chilowattora risparmiati in bolletta.

Non solo: tutti i chilowattora che riesco a scambiare con la rete Enel sono chilowatt pagati dal Gse a titolo di contributo, come fosse un rimborso parziale delle bolletta elettriche.

Ragionando in cifre

dertal fotovoltaico galluraSe consumo annualmente 2.800 kWh/anno di energia e pago l’energia in bolletta 0,23 €/kwh il costo annuale (compresa di iva) della mia bolletta elettrica è di circa 644 euro.

In 25 anni spenderò presumibilmente almeno 16 mila euro in elettricità (senza considerare l’aumento inflazionistico dei costi).

Se installo un impianto da 2,5 kWp, queste 16mila euro, potremmo dire, sono il risparmio teorico ottenibile utilizzando l’impianto in totale autoconsumo.

Il risparmio col fotovoltaico, infatti, dipende direttamente non solo dalla produzione di energia, ma dalla quota di autoconsumo: per la prima si ha il rimborso del gse, per la seconda sia ha l’immediato risparmio in bolletta.

Nel nostro esempio, con un autoconsumo del 50 per cento avrò un risparmio immediato in bolletta di circa 8.000 euro più i rimborsi dello scambio sul posto per tutta l’energia immessa in rete Enel.

Oltre al risparmio immediato in bolletta, dunque, si ha il guadagno derivante da tutta l’energia “in più” immessa in rete e pagata con lo “scambio sul posto”.

Anche questa quota contribuisce, anche se in maniera meno incisiva rispetto al “puro” autoconsumo, ad aumentare il risparmio economico derivante dal fotovoltaico accorciando i tempi di rientro dall’investimento.

Senza detrazioni fiscali le spese sostenute per la realizzazione dell’impianto rientrano, indicativamente, in 7-10 anni.
Con le detrazioni fiscali, invece, i tempi di ammortizzo sono inferiori: tra 4 e 7 anni.


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